Bullismo

Studio Legale Roncallo - Bullismo

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In assenza di uno dei tre elementi identificativi non siamo in presenza di bullismo

Bullismo

Il bullismo è un fenomeno sociale che coinvolge molteplici soggetti: il bullo, la vittima, i gregari, i testimoni, il personale scolastico, i genitori e le famiglie. Negli ultimi anni le cronache hanno messo in evidenza il crescere di tale comportamento persecutorio anche attraverso forme di violenze di gruppo da parte di adolescenti su altri adolescenti o persone con difficoltà. Tale termine si riferisce ad un’azione di prevaricazione che deve essere caratterizzata da tre elementi contestuali:

  1. l’intenzionalità del comportamento vessatorio;
  2. la ripetizione dei comportamenti nel tempo;
  3. uno squilibrio di potere o di forza tra il bullo e la vittima.

In assenza di uno degli elementi di cui sopra non siamo in presenza di bullismo. Molti giornalisti e operatori utilizzano impropriamente questa parola che viene spesso usata per descrivere atti che non rientrano, a livello tecnico, nella definizione di bullismo (ad esempio l’episodio di due ragazze che si insultano l’un l’altra nel cortile di una scuola non costituisce un caso di bullismo in quanto è carente l’elemento di squilibrio di potere dunque, in questo caso, la violenza è reciproca; un singolo atto di violenza nei confronti di un adolescente non integra il bullismo in quanto è assente l’elemento della ripetizione nel tempo e quindi, in questo caso, saremo di fronte ad un reato penale).

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Il bullismo può essere considerato come un comportamento antisociale, caratterizzato da mancanza di empatia e da uno scarso rispetto per le norme sociali. Esso può presentarsi nella forma di bullismo diretto (che si realizza attraverso l’aggressione fisica o verbale diretta alla vittima) o nella forma di bullismo indiretto (tramite episodi di esclusione sociale o diffusione di notizie non vere ai danni della vittima).

Negli ultimi anni si è registrato un drastico abbassamento dell’età dei bulli. Spesso le notizie riportano di baby-gang che sferrano attacchi nei confronti di adulti o loro coetanei, danneggiano strutture pubbliche o private (spesso gli istituti scolastici) o commettono altri tipi di reati.

Anche se nel nostro codice penale, attualmente, non esiste uno specifico reato di bullismo, gli atti prevaricatori messi in atto da ragazzini o adolescenti possono comunque integrare numerosi reati presenti nel nostro codice penale (stalking, molestie, lesioni, diffamazione, percosse ecc.).

Sicuramente l’avvento di Internet e l’esplosione dell’utilizzo dei social netwok hanno modificato anche il bullismo favorendo lo sviluppo di nuove patologie (legate alla dipendenza dalla rete) e nuove forme di aggressività perpetrate attraverso il web, quali il cyberbullismo.

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Il bullismo online, come ogni fenomeno connesso ad Internet, non ha limiti di spazio e di tempo ed ha, pertanto, un potenziale offensivo più persistente e pericoloso: mentre le azioni di bullismo sono circoscritte ad un determinato ambiente (es. la classe, l’istituto scolastico, ecc.), le azioni di cyberbullismo possono essere diffuse e condivise tramite Internet in ogni posto del mondo. Il cyberbullo non ha il contatto visivo con la vittima e pertanto non ha l’esatta percezione delle conseguenze delle proprie azioni; il sopra citato aspetto rallenta e riduce i sensi di colpa e impedisce remore etiche e l’empatia con le potenziali vittime.

Proprio per cercare di dare una risposta efficace a questo fenomeno in costante aumento, nel maggio 2017 la Camera dei Deputati aveva approvato la legge n. 71/2017 (dedicata a Carolina Picchio prima vittima di cyberbullismo riconosciuta in Italia, morta suicida nel 2013 a soli 14 anni) intitolata “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” (pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 3 giugno 2017 ed entrata in vigore il 18/6/2017). La legge 29 maggio 2017 n. 71 (di cui è stata promotrice e prima firmataria la ex senatrice Elena Ferrara, ex insegnante di musica di Carolina Picchio) si compone di 7 articoli ed è finalizzata a favorire una maggior consapevolezza tra i più giovani del disvalore dei comportamenti persecutori che avvengono online.

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